Alessandro Bertolazzi: un’eccellenza italiana a servizio di "Skyfall"
Lo sapevate che nello straordinario cast del fortunatissimo "Skyfall", l’ultimo 007 che ha conquistato i botteghini di tutto il mondo, fra le maestranze d’eccellenza del cast compare un italiano, Alessandro Bertolazzi, creatore del trucco di quello che è stato definito “il cattivo più umanamente bello nella storia di Bond”, interpretato da Javier Bardem. “Recensito” lo ha incontrato per voi in un’intervista esclusiva dove Bertolazzi si racconta nel suo Paese, per il suo Paese.
Sono piemontese di origine, nativo di Vercelli. La mia carriera è iniziata quasi per caso in teatro, dove ho avuto un maestro d’eccezione: Emanuele Luzzati. La sua lezione più importante? Mi ha spinto ad essere curioso, a non fossilizzarmi su un’unica professione, cercando di essere più versatile possibile, allargando i miei orizzonti di interesse ed è ciò che esattamente ho fatto. Nella mia gavetta mi sono lanciato a fare tutto, curando oltre che il trucco anche scenografie, modellini, parrucche. Fra le prime esperienze mi piace ricordare anche quella al fianco di Tadeusz Kantor, ho lavorato per ben quattro anni nelle sua compagnia in diverse mansioni. Insomma, non mi sono fatto mancare niente.
È quello che consiglierebbe di fare a un giovane interessato a intraprendere la sua professione?
Assolutamente sì. Non sono figlio di una scuola. Ho frequentato per un anno l’Accademia di Belle Arti ma poi ho preferito lavorare sin da subito, favorendo l’apprendimento sul campo, l’imparare a bottega. Un giovane, a mio avviso, dovrebbe iniziare da lì: proporsi come assistente volontario e quindi cercare di ingranare, lavoro dopo lavoro, una propria marcia. In realtà, però, non sono in tanti a volersi proporre come apprendisti, manca la volontà.
Dal teatro al cinema il passo è breve ma come è riuscito a farsi notare all’estero?
Sempre con il mio lavoro. In realtà non è stato immediato. Ho iniziato come truccatore sui set italiani e lì ho continuato per un bel po’ fino all’incontro con Monica Bellucci: probabilmente è stata lei il mio ponte con il resto dell’Europa. Ci siamo da subito trovati bene a lavorare insieme.
Scorrendo il suo curriculum, che vanta film di risonanza internazionale, la vediamo ricoprire diverse mansioni nel reparto trucco, ce le può illustrare?
Principalmente lavoro sia come “Personal”, ovvero truccatore personale di una singola star come è stato per Bardem o per Naomi Watts o la stessa Monica, oppure come “Make-up designer”, ovvero colui che gestisce tutto il reparto trucco e le sue maestranze, composte dal “Key Make-up artist”, ovvero il mio braccio destro, i vari “Make-up” e i relativi assistenti.
Come gestisce i suoi contatti con l’estero?
Ho un agente, indispensabile per accaparrarsi la fiducia dei produttori ed essere garantiti su un set straniero. La mia agenzia, “The Milton Agency” è una delle più importanti nel Regno Unito. Grazie alla sua rappresentanza riesco a lavorare bene, tant’è che a breve lascerò Firenze, città in cui vivo, per trasferirmi proprio a Londra, lo ritengo un passo indispensabile per continuare a esercitare la mia professione. A livello Europeo conta molto dove sei localizzato: se vivi in una città come Los Angels o Londra significa che hai i credits per farlo, in tutti i sensi. La produzione poi in quelle città è infinita: solo Londra conta quattro importantissimi studios di produzione sempre in attivo e in overbooking.
Prossimi progetti?
Pensa, ho accettato di fare un corto, a Londra, con un italiano! Il regista sarà Giacomo Cimini, romano di nascita ma che da anni, anche lui, lavora all’estero. Pur essendo un semplice corto viene prodotto come se fosse un film di lusso italiano.
A proposito di film italiani: oltre che su “Skyfall” lei ha lavorato anche in un altro importante film che è ora nelle sale…
“Venuto al mondo” di Sergio Castellitto con Penélope Cruz. Sì, su quel set sono stato il Make-up designer occupandomi di tutto.
La piacevole conversazione continuerebbe all’infinito ma Bertolazzi ha un appuntamento per vedere una mostra: “fonte di ispirazione primaria, per me, è l’arte, i dipinti”. Ci congediamo, quindi, augurando ad Alessandro un prosieguo roseo nelle settima arte, felici e orgogliosi che il suo talento possa rappresentarci sussurrando ancora una nota positiva del nostro Paese nel mondo.
(Andrea Ozza)
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