A due anni dal suo primo e grandioso debutto, avvenuto all’interno della rassegna “In altre parole” presso il Teatro Manzoni, torna sulle scene romane “Fanny”, lo spettacolo teatrale tratto dal testo dell’autrice canadese Rebecca Déraspe e diretto dal regista Silvio Giordani.
Il pubblico potrà godere di questa divertente commedia dal 14 al 16 marzo 2025 al Teatro Tor Bella Monaca e ancora dal 26 al 30 marzo 2025 al Teatro Roma.
La rappresentazione teatrale, il cui testo è stato tradotto da Marco Casazza, si sviluppa intorno alla quotidianità di una coppia sposata improvvisamente stravolta dalla presenza di una giovane ragazza.
I protagonisti Fanny e Dario, interpretati da Maria Cristina Gionta e Adriano Evangelisti, sono due cinquantenni che si amano e conducono una vita normale, fino a quando non decidono di mettere in affitto una stanza della loro casa, forse per colmare, inconsapevolmente, quel desiderio genitoriale mai realizzato. Irrompe così Alice (Camilla Pujia), studentessa universitaria di filosofia, che con le sue idee progressiste, cambierà completamente il modo di vivere e di pensare della donna. Le certezze crollano, il formalismo viene accantonato e Fanny, incuriosita sempre più dal “mondo dei giovani”, si lascia travolgere da quest’irrefrenabile ondata di freschezza che la condurrà ad una rinnovata consapevolezza di sé e del suo ruolo nella società.
Con un cast corale formato da tanti giovani attori (Francesco Nuzzi, Angela Accarino, Anita Farina, Alessandro Chiodini, Flavia Ferri e tanti altri), lo spettacolo non intende solo intrattenere ma anche educare, portando in scena importanti temi sociali quali la libertà, la rinascita, la parità di genere e il divario generazionale. Le scene sono curate da Mario Amodio, i costumi da Lucia Mariani e le luci da Marco Macrini.
Fanny è l’incarnazione di una donna matura forte, capace di superare i preconcetti di genere adattandosi con fierezza ai nuovi contesti e non precludendosi mai la possibilità di cambiare tutto e in ogni momento. Un messaggio sociale che è bene ricordare di generazione in generazione e che la produzione, Centro Teatrale Artigiano, ha deciso di accogliere nel suo ventaglio drammaturgico. Di fatto, è nel loro DNA portare all’attenzione del pubblico, soprattutto quello giovane, testi che affrontano tematiche di affermazione dell’identità e tutela dei diritti della persona in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu per lo sviluppo sostenibile.
Ludovica Belsito 13/03/2025